Biografia Massimo Pieretti

Massimo Pieretti è un pianista e tastierista, docente di pianoforte, canto e musica diplomato al Conservatorio di Santa Cecilia in Roma con il massimo dei voti e la lode.
Diverse collaborazioni artistiche hanno preceduto la realizzazione del suo primo album solista “A New Beginning”, tra le diverse collaborazioni ci sono quelle con le Tribute Band dei Doors e di Neil Young.
Pianista e tastierista nei Orphinskij e tastierista nei Noage e nel gruppo di Lorenzo Cortoni.

La storia di “A new beginning” di Massimo Pieretti

A new beginning è il mio primo album da solista e nasce in un periodo molto delicato della mia vita e di quella di tutti noi esseri umani, la pandemia causata dal virus Covid 19.
Arriva a conclusione di un lungo percorso di studi, di ascolti e di osservazione dei temi sociali a me più cari, ma soprattutto dalla necessità di urlare al mondo la mia idea di musica e non solo.

Si tratta di un concept album per gran parte autobiografico composto da 15 brani attraverso i quali ho cercato di esprimere il mio punto di vista sulla società attuale prendendo spunto dalle mie problematiche personali e dalle mie
esperienze di vita.

È un disco del quale ho curato a 360 gradi tutti gli aspetti legati alla produzione, partendo dalla composizione delle musiche alla realizzazione delle tracce base, alla stesura dei testi (in tandem col mio braccio destro Gianluca del Torto), dalla scelta e dal coordinamento dei numerosi collaboratori (circa 30 tra musicisti, cantanti, ingegneri del suono e artisti dell’illustrazione) al mix finale di concerto con Francesco Mattei degli Underworld studio.

L’album è musicalmente molto eterogeneo ma si può suddividere in 3 macro aree: i brani più personali e autobiografici (Oh father, Growing old, Things to live and to die for e Family and business), alcuni brani più sperimentali e legati alla mia grande passione per il cinema e per le musiche da film (Intro, In November, Is it that girl right? e Out of this world), ed infine la trilogia A new beginning part A, B e I hope I will always be here with me che rappresentano il mio back ground legato al mondo del Progressive rock sui temi ambientali e del rispetto per il prossimo.

Musicalmente parlando, l’album è piuttosto complesso dal punto di vista armonico ed è basato sulla mia idea di circolarità, ovvero di arrangiamenti creati ad hoc al fine fondere fra loro i generi, i miei importanti studi accademici e gli infiniti ascolti pregressi.

I testi, in particolare quelli autobiografici, sono decisamente crudi e parlano di me e del rapporto con la mia famiglia, ma in una chiave che il più delle volte uso come pretesto per descrivere relazioni, situazioni e problematiche comuni a tutti.